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Titolo originale: Tamara
Drewe
Interpreti: Gemma Arterton (Tamara), Roger
Regia: Stephen Frears Allam (Nicholas), Bill Camp (Glen),
Dominic
Soggetto: Posy Simmonds Cooper (Ben), Luke Evans (Andy),
Charlotte
Sceneggiatura: Moira Buffini Christie (Casey), Jessica
Barden (Jody),
Fotografia: Ben Davis Tamsin Greig (Beth)
Scenografia: Alan Mac Donald, Tina Jones
Costumi: Consolata Boyle
Montaggio: Mick Audsley
Produzione: Ruby Films, Notthing Hill Films,
Musica: Alexandre Desplat
Distribuzione: BIM
Nazionalità: GB 2010
Durata: 111’ |
Stephen Frears è un regista inglese
eclettico, cinico e imprevedibile, molto prolifico, la cui filmografia
comprende piccoli gioielli come My Beautiful Laundrette (1985), Le
relazioni pericolose (1988), Eroe per caso (1992), Alta fedeltà (2000),
Piccoli affari sporchi (2002) e più recentemente il dissacrante The
Queen (2006) che tanti riconoscimenti ha raccolto soprattutto per merito
della protagonista Helen Mirren.
Dopo le ultime opere passate fra merletti e nobiltà il regista torna
alla commedia con Tamara Drewe fedele trasposizione dell’omonimo romanzo
a fumetti di Posy Simmonds a sua volta liberamente tratto dal romanzo di
Thomas Hardy “Via dalla pazza folla” (1874).
Tamara, giovane giornalista che in passato era stata un brutto
anatroccolo, torna alla casa di campagna in cui aveva trascorso
l’infanzia in seguito alla morte della madre. Ha un nuovo naso, una
rubrica su un quotidiano di Londra e un paio di gambe che non passano
inosservate, e il suo ritorno getta un grande scompiglio nella piccola
comunità. Tra le vittime del suo fascino un ex fidanzato ora contadino
tuttofare, uno scrittore fedifrago, un’ex rockstar di passaggio ma
saranno due ragazzine del luogo a muovere le fila del tragicomico
teatrino che si dipana da queste premesse.
Presentato fuori concorso al festival di Cannes nel 2010, il film ha
subito incontrato i favori del pubblico perché si tratta di una dark
comedy che fa sorridere con intelligenza, con dialoghi brillanti e
personaggi”veri” e affascinanti.
Il ruolo della protagonista è interpretato da Gemma Arterton, ex bond
girl, una Tamara solare, apparentemente realizzata ma interiormente
fragile. All’altezza si dimostra il resto del cast, anche se la vera
rivelazione sono le due adolescenti malate di gossip. In un certo senso
sono loro la vera anima del film, in grado di offrire una prospettiva
diversa con un misto di sfrontatezza e ingenuità appassionanti, mettendo
insieme delle fantasie terribili e folli senza curarsi delle
conseguenze. A tutto questo si aggiunge il paesaggio del Dorset in cui
Hardy ha ambientato tutti i suoi romanzi: verdi colline, mucche, piccoli
villaggi che sembrano finti, immersi in una quieta apparente che sarà
messa a soqquadro dall’arrivo di Tamara che provocherà molti tumulti del
cuore, invidie e gelosie.
Frears mostra lo spaccato di un mondo ipocrita in cui domina la
menzogna, in cui lo humor è cinico, un mondo in cui trova una sua
collocazione anche la morte e la volgarità verbale, la provincia non è
un “paradiso” e tutti hanno dolori non detti, amori frustrati e disegni
agognati e mai raggiunti e soprattutto nessuno è perfetto e c’è un po’
di marcio in ognuno.
Forse non siamo di fronte ad una delle opere migliori del regista, ma la
pellicola ha senz’altro il merito di assicurare allo spettatore un paio
d’ore di divertimento garbato, mai del tutto superficiale dove il gioco
delle passioni e degli intrecci è sempre ben gestito con un giusto mix
di ritmo, cattiveria ed ironia.
Da ricordare infine che il 3 dicembre Frears riceverà a Berlino il
premio alla carriera in occasione degli European Film Academy. |