6 Dicembre 2017
 
 
.::Fortunata::.
 
 

Regia: Sergio castellitto.
Soggetto: Margaret Mazzantini
Sceneggiatura: Margaret Mazzantini, Francesca Manieri, Sergio Castellitto
Fotografia: Gian Folippo Corticelli
Montaggio: Chiara Vullo
Musica: Arturo Annecchino
Interpreti: Jasmine Trinca (Fortunata), Stefano Accorsi (Patrizio), Alessandro Borghi (Chicano), Edoardo Pesce (Franco), Hanna Schygulla (Lotte)
Produzione: Nicola Giuliano, Francesca Cima ecc
Distribuzione: Universal Pictures International Italy
Durata: 103'
Origine: Italia, 2017.

 

  Premio alla miglior interprete femminile nella sezione "un certain regard' del Festival del cinema di Cannes 2017 a Jasmine Trinca per "Fortunata" di Sergio Castellitto. L'attrice romana che ha esordito nel 2001 con "La stanza del figlio" di Nanni Moretti e che i nostri affezionati ricorderanno presente nella nostra rassegna del 2013/14 in ben due film: "Miele" di Valeria Golino e "Un giorno devi andare" di Giorgio Diritti. E' un film corale popolato da donne "Fortunata", col chiaro intento di rendere omaggio alla forza con cui affrontano le battaglie quotidiane, ma protagonista assoluta fra le tante è Fortunata, una trentenne che sta crescendo da sola la propria figlia Barbara una bambina sveglia ma un po’ problematica, dopo la separazione da un marito prepotente e violento. In un quartiere romano periferico, nella calura soffocante di agosto, sempre affannata e di corsa, la donna fa la parrucchiera a domicilio mentre sogna di aprire un proprio salone assieme a Chicano, un amico tatuatore, tossicodipendente e bipolare, che ha una madre straniera, Lotte (Hanna Schygulla), un tempo attrice di successo, ora malata di Azheimer. L'incontro con uno psicologo infantile (Stefano Accorsi) che prende in cura la piccola Barbara e si innamora della prorompente e vitale sensualità della madre, apre a Fortunata orizzonti nuovi. E per un po’ le cambia la vita. Ma a dispetto del nome, i suoi sogni raramente si realizzano. Coppia affiatata sia nell'arte che nella vita, Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini (apprezzata attrice e scrittrice da sempre) realizzano ancora un melò a forti tinte, scritto da lei (ma senza che questo diventi un libro come spesso in passato) e sceneggiato in collaborazione col marito. Attorno alla sua protagonista il regista costruisce un altro capitolo del suo cinema popolare, un affresco dai colori forti, che se da un lato guarda alla lezione di Pasolini, calandosi in una realtà periferica di 'povera gente'; dall'altro attinge a piene mani all'immaginario di Ozpetek, nel personaggio di Chicano e nel descrivere il variopinto e variegato mondo femminile che fa da sfondo. Disseminato di premonizioni (Antigone, acqua), condito da linguaggio fastidiosamente 'borgataro', costellato da presenze aliene come cinesi e musulmane, involgarito da matrimoni grotteschi, il film respira grazie alla presenza di Jasmine (con il significativo supporto della piccola Nicole Centanni nei panni della figlioletta) capace di offrire emozioni che vanno ben oltre le zeppe ai piedi, le minigonne e le mise improbabili. Donna, amica, madre, amante, borgatara: Fortunata vive perennemente in guerra col mondo e con se stessa (trova senso il citato riferimento ad Antigone), con una vitalità che, però, alla fine sfianca solo lei stessa. Un film importante nella nostra attuale cinematografia, una narrazione drammatica, forte, non priva di fugaci momenti lirici. Un'opera che si e fatta notare per l'incisivo disegno dei personaggi ma anche per il mondo colorato e variegato, disgraziato o adattato alla situazione di vita del quartiere popolare pieno di cinesi, rom e centri d'accoglienza. Il tocco finale coi titoli di coda accompagnati da Vasco Rossi col suo inno "Vivere" sembrano essere la classica ciliegina su una torta di quelle delle grandi occasioni.